Alberto Burri

Alberto Burri: sperimentatore informale

Profili Artistici

Photo credits: Bruno Pollacci

Ricordo di uno dei più grandi artisti del ‘900 italiano

Il 13 febbraio 1995, il mondo dell’arte piangeva la scomparsa di Alberto Burri, illustre esponente dell’arte contemporanea, nato nel 1915 a Città di Castello, in Umbria. La sua formazione iniziale in medicina, conclusa con una laurea presso l’Università di Perugia, e la successiva esperienza come medico militare durante la Seconda Guerra Mondiale, non preannunciavano la svolta artistica che avrebbe caratterizzato la sua vita dopo il 1944. Catturato e internato in un campo di prigionia in Texas, fu proprio in questo contesto che Burri iniziò a esplorare la pittura.

Contrariamente a quanto suggerito, la sua avvicinazione alla pittura non fu immediatamente legata alla Scuola Romana o alla pittura tonale figurativa, ma fu piuttosto un’espressione autodidatta e sperimentale, che si sviluppò in modo più marcato al suo ritorno in Italia. La sua evoluzione artistica lo vide presto allontanarsi dalla figurazione verso l’astrattismo e l’arte informale, esplorando l’uso innovativo di materiali non convenzionali come catrame, sacchi di juta, plastica, ferro e, non da ultimo, le sue celebri combustioni.
Burri non fu direttamente associato al Movimento Spaziale, sebbene condividesse l’interesse per la sperimentazione e l’innovazione con artisti di quel gruppo. La sua partecipazione a importanti eventi internazionali, come la Biennale di Venezia, e le mostre personali a Chicago e New York negli anni ’50, furono decisivi per affermare la sua reputazione a livello internazionale. Le sue opere furono esposte in prestigiose istituzioni come il Solomon R. Guggenheim Museum e il Museum of Modern Art di New York, consolidando il suo ruolo di protagonista nell’arte del XX secolo.
Le successive fasi creative di Burri si caratterizzarono per la continua sperimentazione con materiali e tecniche, tra cui le serie dei Cretti e le grandi installazioni di land art, che riflettevano il suo incessante desiderio di esplorare nuove possibilità espressive. Le sue opere, presenti nelle collezioni dei maggiori musei internazionali, testimoniano l’importanza e l’influenza del suo contributo nel panorama artistico contemporaneo.
Questa mia opera a sanguigna e seppia acquerellate ed acquerello è in suo omaggio e memoria.

Bruno Pollacci
Direttore dell’Accademia d’Arte di Pisa

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