San Nicola di Bari riscoperto sulla basilica di San Marco

Turismo Culturale

San NicolaSan Nicola di Bari, noto anche come san Nicola di Myra o San Niccolò (270-343), protettore dei naviganti, era venerato anche Venezia ed è raffigurato in una delle statue collocate sul coronamento della facciata sud della Basilica di San Marco, nella quale gli esperti per secoli avevano riconosciuto erroneamente San Paolo eremita.

La scoperta è frutto delle ricerche storiche e iconografiche di Guerrino Lovato, uno dei più famosi artisti e artigiani italiani. Formatosi all’Accademia di Belle Arti di Venezia, nel 1983 ha aperto un laboratorio per creare maschere di cartapesta (una quindicina sono state utilizzate dal regista Stanley Kubrick nel film “Eyes Wilde Shut”), macchinerie per il teatro, l’opera e il cinema fino al 2011, quando ha deciso di chiudere la storica bottega “Mondonovo” per trasferirla integralmente a Malo (VI), Città del Carnevale, all’interno di Palazzo Corielli. Il magico regno del Maestro veneziano è divenuto così un museo-laboratorio che attualmente mette a disposizione del pubblico 250 opere, 500 matrici, una biblioteca-archivio, nonché strumenti di lavoro, oggetti e mobili antichi. Lovato ha anche curato la ricostruzione degli arredi della cavea e dei palchi del teatro La Fenice dopo il terribile incendio del 1996 (con la sua squadra ed altre di supporto in un solo anno ricollocò 300 metri di ornati e 12 figure), è un’instancabile studioso di arte e iconografia, autore di affascinanti pubblicazioni (consiglio, in particolare, la lettura di “La levatrice incredula nella storia della Natività”, Lupi&Sirene editore, 2012) ma, soprattutto, è un uomo dal cuore grande, generoso dispensatore di consigli e pareri. Per brevissimo tempo, peraltro, è stato ospite anche della città di Ostuni dove ha voluto ammirare di persona la “Deposizione” del Veronese (1528-1588), custodita nella Chiesa di Maria Ss. Annunziata.

«A Venezia – racconta Guerrino – erano intitolate a San Nicola ben tre chiese (San Nicolò di Lido, San Nicolò dei Mendicoli e San Nicola da Tolentino), la Serenissima possiede metà delle reliquie (le altre sono a Bari) e in San Marco sono presenti ben tre mosaici all’interno (in cui è rappresentato benedicente, col libro, senza mitria, con vesti suntuose e guantato) ed uno sempre sulla facciata esterna meridionale nel quale Nicola è raffigurato con pastorale mitria e palle d’oro in mano».

L’equivoco risale addirittura ai primi anni del Seicento (ed è dovuto ad un’erronea attribuzione operata dal canonico della basilica Giovanni Stringa) ma si spiega con la vicinanza di una statua che raffigura Sant’Antonio Abate, collocata sempre sul coronamento della facciata sud. «Si credeva, infatti, che si trattasse di Paolo l’Eremita perché Paolo era il compagno di Antonio nella Tebaide», ha precisato il Maestro Lovato, ma anche altri storici e studiosi si sono cimentati in interpretazioni differenti (Wolfgang Wolters, professore di Storia dell’arte medievale e moderna presso la Technische Universität di Berlino ha riconosciuto nella statua un San Benedetto).

Oggi, finalmente, è possibile fugare ogni dubbio: si tratta di San Nicola, patrono dei naviganti, un’opera quattrocentesca di rara bellezza, alta 230 cm, realizzata dallo scultore veneziano Jacobello dalle Masegne (1350-1409), che insieme al fratello Pietro Paolo realizzò gran parte dell’iconostasi delle sculture dei Santi degli Apostoli della basilica.

«Venezia ha finalmente il suo specifico patrono dei naviganti – esulta Lovato – e anche il suo proto Saint Nicholas, alias Babbo Natale».


Gianmichele Pavone