Trofeo Città Bianca 2021: Mirène Geninet

Incontri Artistici

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Trofeo Città Bianca 2021: Mirène Geninet


di Ruggero Cairo

Nata a Parigi, Mirène GENINET, dipinge da quando aveva dieci anni e ha seguito successivamente molti corsi di natura artistica. A partire dagli anni 70” consegue i seguenti titoli :

Laurea di Matematica ( Università di Parigi PIERRE ET MARIE CURIE nel 1980 ) , Laurea in Letteratura Francese (Università PARIGI SORBONNE NOUVELLE  nel 1980),  Laurea di Ricerca in Legge   (Università  PARIGI PANTHEON SORBONNE nel 1985 ). Mitre de conferences all’Università di REIMS dal 1987 al 2007. Avvocatessa a Parigi dal 1979 al 2020.

Critica d’Arte per la rivista “ LES PETITES AFFICHES “ per numerosi anni e Membro dell’ASSOCIATION INTERNATIONAL DES AMIS DES MUSEES D’EGYPTE per vari anni.

E’ presente nel CATALOGO NAZIONALE D’ARTE MODERNA MONDADORI 2020, collabora per diverse riviste giuridiche francesi e scrive LIBRI DI FILOSOFIA E LETTERATURA per bambini e studenti stampati da MONDADORI.

Ha al suo attivo numerose Mostre a carattere INTERNAZIONALE ed in particolare a PARIGI, LONDRA, CAIRO,  e in molte località italiane tra cui ROMA, MANTOVA, PADOVA e in Comuni Siciliani e Pugliesi, raccogliendo numerosi consensi da parte della critica e dal pubblico.

Mirène GENINET ha partecipato a tutte le quattro categorie del Trofeo Città Bianca 2021


 

Artista: Mirène GENINET
Titolo Opera:  Il giardino abbandonato
Categoria: Pittura
Tecnica: Olio su tela
Dimensioni: cm 100X100
Descrizione: La casa è vuota, Il proprietario è andato in cielo
ma i delphinium, gli anemoni bianchi e le rose continuano a crescere.

 

 

 

 

 

Titolo Scultura: Sinfonie in Azzurro
Tecnica: opera in vetro mosaicato
Descrizione: L’azzurro del cielo e del mare parte dei colori della vita

 

 

 

 

 

 

 

Titolo Fotografia: L’Agave in fiore
Descrizione: Prima di morire l’agave generosa dà tutta la sua forza,
il suo sangue, per captare il sole, riproducendo i suoi raggi d’oro,
intenso colore della vita e della luce.

 

 

 

 

Titolo PoesiaIl fascino spettinato
Descrizione: il fogliame argentato degli ulivi è
uno dei colori della
vita pugliese.
Il fascino spettinato

Chi non è commosso da questa capigliatura verde argento,
Che increspa tutta la campagna pugliese?
Il vento è incessante in questa regione,
Stretta lingua fra tre coste bagnate dal mare.
Raro è vedere le foglie degli ulivi
Immobili, in un verde uniforme.
Spettinata senza posa dalla tramontana o lo scirocco,
La chioma degli ulivi disegna curve assai stravaganti ,
Come quelle degli stessi tronchi e dei rami che le sostengono.
Da questo ballo permanente e leggiadro,
Ne emana un’allegria che coinvolge tutti.
Le prime ad approfittarne sono le gazze.
La gazza è senza dubbio l’uccello più diffuso negli uliveti.
Forse perché, la gazza ladra è attratta dalla pietra preziosa
A cui molto assomiglia l’oliva nera: onice, tormalina, ossidiana,
O anche diamante, zaffiro e spinello,
Di cui si diletta quella che gracchia senza mai fermarsi,
Svolazzando tra un ramo e l’altro ?
Grassocce nel loro frac lucido e nero,
Le gazze regnano tali vere padrone sulle loro immense proprietà,
Nel bel mezzo di raffiche che fanno ondulare il vello di un grigio scintillante,
In una danza incessante e rumorosa.
Poiché il vento orchestra lo strofinio delle foglie ,
In una sinfonia dal ritmo a volte languido, a volte saltellante.
L’abbondanza del fogliame lasciato libero da anni
Ha i movimenti d’un corpo di ballo, flessibile e rotondo.
Ma la paura della malattia ha imposto la potatura di quella bella chioma.
E così, il balletto di qualche ramo risparmiato è meno spettacolare,
Meno armonioso, ma rimane allegro per la felicità di tutti.
Comunque, quella danza esprime la vitalità dei rami d’olivo,
Eterno simbolo d’acclamazione di vittorie da millenni,
Ma anche simbolo di pace dall’Antichità Greca,
Infatti, non è forse perché l’ulivo offerto da Atena,
Fu giudicato in modo unanime come il più bel dono,
Che poté diventare la dea della città d’Atene ?!
Il ramo d’ulivo è anche l’attributo della dea greca « Irene » che significa pace.
Stessa cosa per la dea romana « Pax ».
Virgilio fa del ramo d’ulivo il simbolo della pace nell’Eneide.
Posto nel becco della colomba immacolata per il ritorno nell’ Arca di Noé,
Sant Agostino, nel V secolo , ne fa il simbolo della pace.
Come non si puo’ essere affascinati dalla chioma degli ulivi
Scompigliata a piacimento del vento e delle tempeste ?!

Contatti: mirene.geninet@hotmail.fr

 

 

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