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"Ogni colpo che viene esploso, ogni nave da guerra che viene inviata, ogni razzo che viene sparato, significa, in ultima analisi, un furto a coloro che soffrono la fame e non sono nutriti, coloro che hanno il freddo e non sono vestiti. Il mondo in armi non sta spendendo soltanto dei soldi. Sta spendendo il sudore dei suoi lavoratori, il genio dei suoi scienziati, le speranze dei suoi bambini" (Dwight Eisenhower)
CRISTINA PIPOLI – Erano i giorni 23, 24, 25 aprile 2022 quando, a Milano in piazzetta Reale, venne installato un carro armato ricoperto di libri la cui simbologia rappresentava la cultura contro la guerra. Tutto questo venne creato perché, si pensa, che solo la sapienza può fermare i conflitti. Non sarebbe la miglior arma da usare nei peggiori e più spietati conflitti? Gli scontri si combattono e vengono vinti grazie alla fame e alla sete di conoscenza.
Se per ogni guerra ci fosse un carro armato di libri o di fiori…il mondo intero è in conflitto e la storia si ripete! Come dice lo scrittore Lawrence Wright: “Le armi sono un problema politico che deriva dalla cultura che è creata attorno ai fanciulli”.
Stiamo oltrepassando in prima persona la storia del domani e lo stiamo facendo respirando l’aria di un mondo che vive grandi ambiguità e mutamenti su scala mondiale: Tigray con Etiopia, Russia con l’Ucraina, la guerra civile in Myanmar, il conflitto in Afghsnistan, il disastro dello Yemen. Stiamo vivendo un periodo storico dove bisogna così far fronte ai dolori, le sofferenze, le distruzioni, le carestie, le malattie e le disgrazie che portano le guerre.
Era il 1967 quando un’intera generazione è cresciuta con lo slogan pacifista proposta dal gruppo musicale dei Giganti “Mettete dei fiori nei vostri cannoni”, per evidenziare la delicatezza e la forza dei fiori da un lato e, dall’altro, la potenza distruttiva delle armi.
La canzone faceva così “Mettete dei fiori nei vostri cannoni perché non vogliamo mai nel cielo molecole malate, ma note musicali che formano gli accordi per una ballata di pace, di pace, di pace”.
Dovremmo iniziare a ricostruire quello che le armi devastano: ci serve una nuova cultura, quella che non distrugge e annienta le vite, ma le crea. Oggi il bombardamento è anche mediatico: impedisce di avere una visione cristallina di quello che sta avvenendo non solo in una parte di mondo; dovremmo avere sete di conoscenza e fame d’istruzione, ci servono solo bombardamenti di sapienza!
La fotografia più celebre di Marc Riboud “la ragazza col fiore” venne scattata il 21 ottobre 1967. In quel tempo 100.000 persone si radunarono al Linclon Memorial di Washington per protestare contro la guerra in Vietnam. La foto ritrae una giovane ragazza americana che, con un fiore in mano, affrontò una fila di soldati. All’epoca, quel fiore rappresentò un gesto sia rivoluzionario ma anche politico.
A quanto pare la storia ha istruito ben poco l’essere umano perchè dovrebbe educare, come fa una brava esperta di vita, a non ripetere gli errori del passato.
Purtroppo il globalismo fatto di egoismo, ci ha reso un popolo così civilizzato. Questo fa vivere gli adolescenti nel famoso “qui e ora”, rendendo la storia una materia scolastica secondaria.
Sé se ne parlasse spesso delle azioni ignobili che hanno commesso gli esseri umani un tempo, oggi saremmo adulti consapevoli in grado di prendere decisioni: verrebbe insegnato loro a prendere delle scelte.
E quindi, se per ogni guerra ci fosse un carro armato di libri o di fiori…la storia si ripete e si ripeterà sempre: perché il lupo cambia il pelo ma non il vizio!

