artista nata a Mesagne (BR) il 1946.
Pittrice attestata nel Dipartimento dei BB.CC. – Artlante di Terra d’Otranto – Università del Salento.
Pittrice dell’utopia, poiché intende l’arte come la possibilità di migliorare il mondo dalle sue brutture.
Per Marisa, vedere l’arte e la natura con gli occhi dell’infanzia e con l’animo di un bambino, è un intravedere coll’innocenza, che è ancora un “vedere diverso”, un “vedere il bello della vita” che è lo sguardo dell’animo amoroso di Dio.
Testare l’amore della gente con l’amore del cuore poiché è una via diversa ove il pubblico è quasi costretto all’amore innocente, l’amore alla vita, come fosse il “Paese delle Meraviglie” di favolosa memoria.
L’arte come lingua temporale che vuole eludere la solitudine specchiandosi nelle opere compositive che posseggono l’animo e la magia del mondo, del bello per dimenticare il brutto, la solitudine che si accompagna sempre a “qualcuno” o a “qualcosa” del mondo, della natura è promosso a tema artistico, soggetto che conduce a sentirsi insieme.
Questo percorso di arte assume rilevante interesse sociale ed educativo di ciò che già è dentro di noi.
Un particolare rilievo che diviene la presenza di Dio, l’arte si assume a presenza interiore ritrovata di un Dio sempre presente, non si tratta di credere in Dio, ma di elevare Dio a soggetto di grazie e tema d’arte, Dio in cui credere senza infingimenti o segreti, senza nascondere ciò che Lui sà.
Molte sono le sue opere sociali, molte le opere in raccolte private, molti i riconoscimenti ricevuti, molti gli elogi dei critici.