N. Visite Pagina: 175
L’incanto tropicale nelle opere di Maurizio Boscheri esposte per la prima volta ad Ostuni
intervista a cura di Gianmichele Pavone
Dal 16 al 22 agosto Palazzo Tanzarella ad Ostuni ospiterà la mostra “Beasts” con i dipinti realizzati negli anni dal pittore trentino Maurizio Boscheri, che espone in vari Paesi esteri ma da alcuni anni ha scelto di vivere nella città Bianca.
Attraverso oli e tecniche miste l’artista dà forma e colore ad un variegato mondo animale composto da grandi felini, rettili, anfibi, insetti ed uccelli con un obiettivo preciso: far apprezzare al pubblico un mondo fantastico, ancora incontaminato ma in via di estinzione e risvegliare in questo modo le coscienze spesso assopite di fronte a quello che stiamo perdendo.
All’interno della mostra saranno esposte in anteprima anche alcune opere nate dal “Progetto Tigris”, dipinti realizzati a quattro mani da Boscheri e dal giovane e talentuoso artista Daniel Calovi.
L’amore per la natura emerge prepotentemente dalle tue opere, quasi conferendo vita ai soggetti ritratti con un realismo straordinario. Eppure si tratta di specie animali e vegetali molto lontane dal Trentino. Come è nato questa fascinazione tropicale?
È una passione che viene da lontano, fin da giovane ho manifestato un grande interesse per gli animali più strani, interesse che è diventato sete di conoscenza, ho letto il più possibile sulle specie esotiche documentandomi anche sui luoghi di provenienza, sulle abitudini comportamentali, riproduzione, caccia, migrazioni e interazioni tra specie, non tralasciando anche la fauna europea. Quando a livello autodidatta mi sono scoperto artista, sono stato ben felice di realizzare con la mia arte dipinti che vogliono mostrare al pubblico la bellezza ed unicità di questo mondo a molti ancora sconosciuto con la speranza di stimolare curiosità e rispetto per questa parte di mondo che sta irrimediabilmente ormai scomparendo.
C’è un pittore in particolare che ha condizionato in qualche modo la tua produzione artistica?
In particolare no, anche se i miei tre pittori preferiti sono sempre stati Van Gogh, Klimt ed Hundertwasser: il primo per l’uso che fa del colore e del tratto, stende i colori come un muratore stende la malta ma con un risultato sublime; Klimt che usa i metalli assieme ai colori fondendo i due elementi rendendoli un insieme; Hundertwasser che stravolge le forme basilari, cerchi e quadrati, dando una struttura e una forma alla composizione della rappresentazione del dipinto, ogni quadro può sembrare una mappa con strade ed alberi, quasi una parafrasi moderna dei dipinti degli antichi aborigeni australiani.
Tra gli animali che compaiono più spesso nelle tue opere è evidente che tu abbia un occhio di riguardo per le tigri. Cosa ti piace di questi meravigliosi felini?
La tigre è la più perfetta e bella tra le creature, è un concentrato di eleganza forma e forza, credo che tutti quelli della mia generazione siano rimasti stregati da Shere Khan di Kipling. Nel racconto la tigre è narrata come un mostro malevolo, per questo ne siamo rimasti colpiti, credo, ma poi l’odio scema quando si scopre che in realtà non è maligna, è una madre affettuosa con i propri figli e come tutti i carnivori caccia per vivere. Amo però anche i lupi, i leopardi uccelli e insetti. La conoscenza di tutte le creature viventi te le fa amare, incondizionatamente.
La tua scelta di dedicare la vita all’arte è stata raccontata in una biografia scritta da Cristina Sperandio e hai deciso di destinare il ricavato della vendita a favore di Amici di Casa Mihiri onlus. Di cosa si occupa questa associazione?
È una casa famiglia per bambine fondata ed ora supervisionata da Anton Lorenzo Bacci, un toscano che vive sull’ isola ormai da decenni. Lo Sri Lanka ormai 20 anni fa mi ha folgorato, un’isola meravigliosa dal punto di vista naturalistico ma con enormi problemi soprattutto per quanto riguarda i minori. Quando abbiamo conosciuto Lorenzo e quello che voleva realizzare, su spinta di Mario Liberali, da sempre presidente di Amici di Casa Mihiri onlus (www.amicidicasamihiri.org) abbiamo deciso di costituire questa associazione con altri amici trentini, per far conoscere la realtà di Casa Mihiri e cercare di aiutare nel mantenimento questa meritevole struttura, dove le giovani ospiti possono risiedere lontane dai problemi famigliari, studiare e sperare in un futuro migliore.
Uno sguardo su Ostuni e sul suo ecosistema da parte di chi come te ha scelto di viverci. Cosa ti ha spinto ad investire sul nostro territorio?
Con la mia prima Puglia, qui a Ostuni, l’incontro è stato ben strano, tre giorni di marzo con un vento di maestrale che ti buttava a terra con tutto il freddo dei Balcani, ma la campagna era una festa di fiori e colori e i mandorli in fiore, la luce poi era abbacinante, pareva di essere in un sogno. È stata una rivelazione assoluta, il posto dove poter sentire la vita che scorre in modo naturale e perfetto, un colpo di fulmine, aggiungo il calore umano della gente cordiale ed ospitale, il mare, i trulli, l’architettura locale con i suoi fantastici borghi e, non nascondiamolo, le prelibatezze culinarie locali che non stancano mai. Quale migliore occasione per ringraziare la città di Ostuni per la sua ospitalità se non con una mia mostra: aspetto tutti con piacere a Palazzo Tanzarella.

