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IL COLOSSEO DELL’ANATOLIA MERAVIGLIE SOTTERRANEE
di Alessandra Politi
Mastaura, (Turchia): antica città sepolta; fu abitata per 2500 anni, poi i residenti si trasferirono a Nazilli, 200 o 300 anni fa.
Aydin, (Turchia) distretto di Nazilli, estate 2020: sulle dolci colline coperte da vaste distese di ulivi immerse nella natura selvaggia, il terreno indietreggia e svela le prime tracce di antiche mura, sepolte da terra e vegetazione infestante, arbusti e alberi selvatici. Emerge l’arena dei gladiatori romani, un complesso monumentale rimasto nascosto per quasi 1800 anni.
I resti del secolare anfiteatro romano sotterraneo, risalente al 200 d.C., di forma circolare, dal diametro di circa 100 metri e mura alte 25 metri, una capienza stimata tra i 15mila e i 20mila spettatori, torna alla luce grazie a un team di archeologi, diretto da Mehmet Umut Tuncer, direttore provinciale della cultura e del turismo di Aydin e Sedat Akkurnaz, archeologo della Adnan Menderes University, responsabile del progetto di scavo.
Una struttura definita “unica e magnifica” sopravvissuta al tempo e in buono stato di conservazione, punto di attrazione per chi all’epoca della dinastia dei Severi vi si recava ad assistere a grandi eventi e a “spettacoli di sangue”, a partite dei gladiatori e a lotte di animali selvatici.
Dopo gli scavi iniziati nell’estate 2020, da ottobre a dicembre è riaffiorata l’imponente struttura muraria dell’arena e ora si prevedono, dopo giugno 2021, ulteriori studi archeogeofisici, per capire l’architettura delle parti sotterranee dell’edificio. Le mura saranno protette dal degrado e dal deterioramento e si effettueranno scansioni laser, in modo da trasferire lo stato attuale della costruzione all’ambiente digitale.
Il team sta ora collaborando con il Museo Archeologico di Aydin, assieme alla città di Nazilli, per riparare l’intera opera, in particolar modo le crepe presenti lungo le mura.
Nonostante l’area in cui si trova Mastaura sia stata sempre soggetta a frequenti sismi e quindi la città stessa, nel corso dei secoli, sia stata ricostruita più e più volte, sono ancora oggi visibili le file dei sedili dell’anfiteatro, dove gli spettatori assistevano ai combattimenti dei gladiatori, alle battaglie navali e alle cacce. Le murature sono ancora solide, solo le strutture fuori terra si sono sgretolate nel corso dei secoli.
Rispetto al Colosseo di Roma l’arena è più ridotta, complessivamente abbiamo una misura di 40 metri per 30, mentre quella del Colosseo misura 87 metri per 55. Inoltre le mura romane sono alte fino a 50 metri, su via dei Fori Imperiali, mentre quelle turche circa 25. Probabilmente nessuna differenza sostanziale riguarda invece le sanguinose battaglie e sugli spalti saranno state identiche le scommesse e le incitazioni del pubblico, proveniente da ogni parte dell’Asia Minore.
L’importanza di questo anfiteatro è dovuta principalmente al fatto che non esiste un esemplare simile in tutta l’Anatolia, il Medio Oriente, l’Egitto e la Grecia: è l’unico in tutta la Turchia ad aver conservato una struttura integra, “fortuna” molto probabilmente dovuta proprio al fatto di essere rimasto sepolto, insieme alla città di Mastaura, per oltre l’80%.
Ma allora, sotto i nostri piedi, sotto questo suolo che calpestiamo, quanto ancora c’è da scoprire?
Quali meraviglie restano celate dai prati delle nostre colline? Dalle strade delle nostre città?
Forse antichi borghi, rotte labirintiche, gallerie scavate nelle rocce, nicchie impreziosite da bassorilievi, grotte, catacombe, cisterne, fontane, cripte, interi villaggi, miniere di tesori che richiamano l’affascinante studio degli archeologi, coloro che, forse più di noi, sanno perfettamente che esiste un mondo sotterraneo e misterioso, un universo che nelle sue profondità attende soltanto di essere scoperto, conosciuto e visitato.

