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Singolare espressione d’arte :
i mensoloni di Pietraperzia
di Silvia Bertani
Chi arriva a Pietraperzia resta affascinato come quando si guarda il viso segnato di una donna che rivela una antica bellezza. Nonostante l’obsolescenza naturale, l’incuria e i danni strutturali abbiano sfigurato in ampie parti le costruzioni, i caratteri originali sono ancora chiaramente leggibili. Attraversando il centro storico, si è attratti da ampie balconate ad angolo sorrette da mensoloni che caratterizzano i palazzi realizzati secondo i canoni dello stile Barocco e tardo – barocco. Aggirarsi per Pietraperzia, dunque , diventa un modo per scoprire l’anima di un territorio e della sua gente. Non possiamo esimerci dal parlare della complessità dell’animo siciliano. Un mosaico di colori forgiato nei secoli da dominazioni diverse tra loro per i costumi, le tradizioni e i caratteri.
Alcuni esemplari di balconi e mensoloni sono stati salvati e studiati, grazie alla sensibilità e alla professionalità del già responsabile del Servizio Beni Monumentali del Comune di Pietraperzia, Architetto Paolo Sillitto e del Professor Paolo Giansiracusa, Docente di Storia dell’Arte Moderna presso la facoltà di Architettura di Siracusa. Nella pubblicazione “ Palazzi dell’architettura barocca di Pietraperzia Secoli XVII e XVIII “ analizzano i mensoloni dei balconi d’angolo spaziando dagli aspetti storici alla catalogazione, dai materiali lapidei agli elementi decorativi. Particolarmente interessante è anche il confronto analogico e lo studio delle le differenze con le mensole di altri centri storici.
I balconi, proprio per lo stile di vita siciliano, proteso sempre verso l’esterno della casa, erano un elemento fondamentale di ogni facciata di palazzo. ”Viaggiatori più di quanto si riesca ad immaginare – scrive il Prof. Paolo Giansiracusa, nel saggio dedicato ai mensoloni, – i signorotti di Pietraperzia … avevano gli occhi pieni di immagini fantastiche di sirene , di leoni alati .. e il modo migliore per fermare la memoria era quello di farle scolpire”.
I mensoloni di Pietraperzia nascono dall’esigenza di nascondere un oggetto nato per assolvere un compito strutturale. La tecnologia si piega all’arte, come se si volesse privilegiare il culto dell’immagine e la trasmissione di un messaggio: attirare lo sguardo, impressionare, meravigliare i passanti. Abili scalpellini hanno scolpito i materiali lapidei del luogo: arenaria gialla con toni rossastri estratta dai banchi della Cava e la pietra di Camitrici. La prima, materiale delicato, ben si prestava all’intaglio e ai dettagli figurativi.
I mensoloni sono particolari perché si presentano con un linguaggio autonomo. Le figurazioni allegoriche sono più misurate rispetto all’usuale eccesso del barocco siciliano. Singolare è anche la disposizione a raggiera intorno ad un unico fuoco in cui si ricerca anche un effetto anamorfico che permette di coglierne la visione di insieme.
” Va distinta – evidenzia il Prof. Paolo Giansiracusa nel suo saggio – l’architettura del Seicento da quella del Settecento perché mutano sia gli aspetti formali che quelli espressivi. In tale direzione va precisato che le mensole del Palazzo del Governatore, unica emergenza omogenea del Seicento, possono essere confrontate solo agli esempi dell’architettura superstite al terremoto del 1693. Altra pista per la ricerca delle affinità stilistiche è quella dell’architettura latino-americana dei secoli XVII e XVIII ispirata a sua volta ai motivi di quella spagnola , che tanta fortuna ebbe anche nell’Italia Meridionale .”Che queste immagini siano state create per l’osservazione dal basso ed in movimento è dimostrato dal fatto che non rispettano alcun asse di simmetria geometrica ma sono modellate secondo rotazioni che consentano più comodi apprezzamenti dal basso.
Il risultato è che i balconi, impreziositi dai mensoloni, diventano elementi di valorizzazione dell’ambiente urbano.
Fonte Immagine: Il Circolo di Cultura – Pietraperzia

