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“Ciak. Si gira”. Ed è un vortice, quello che accade quando un libro va in tour. Si tratta di “Imperium. Il Figlio dei due Padri”, di Armenio editore, e ultima fatica letteraria di Alessandra Pirri, giornalista e scrittrice, e Vincenzo Di Dia, docente in istituti superiori e conferenziere. Con la prefazione del giornalista Daniele Martini, il romanzo è stato presente anche al BookCityMilano.
Perché il vagabondare di Imperium, ha preso il volo. Roma. Milano. Venezia. E tante altre date e città, alla scoperta di una saga che vede nel romanzo solo il punto di partenza di quella che si preannuncia una strada lunga e – perché no? – avvincente. Un percorso che si snoda in flashback lucidissimi, che vogliono ripercorrere la vita di Enea, protagonista Italo americano del romanzo, e raccontato attraverso le parole e i pensieri di Melissa, coprotagonista e voce narrante. Una vita, quella di Enea, particolare. Ma, al tempo stesso, normale. Come può essere normale l’esistenza di qualsiasi uomo che ricorda ogni giorno di essere vivo. E al BookCityMilano, come in ogni tappa del tour partito questa estate, gli autori si sono presentati. E hanno portato sul palco i personaggi di Enea e Melissa, un uomo e una donna che hanno saputo prendere in mano il coraggio di essere umani. In un mondo in cui la verità viene stravolta continuamente dalla paura, Enea e Melissa hanno saputo cogliere i primi rudimenti dell’essenza della vita, quella vita che va vissuta su un palcoscenico, come attori e come registi di se stessi. Perché le correnti che possono trascinarci sono molteplici. A volte, queste rischiano di travolgerci nell’oscurità. Altre volte, invece, ci illuminano. E quando fanno questo, anche il chiarore può essere troppo abbagliante. Ecco quindi il bisogno di fermarsi a pensare. Per poi ripartire, gettare via il passato, e ricominciare senza più fermarsi. Mai.
E il libro ha, oltre una pagina Facebook con lo stesso nome del titolo, anche un sito: www.imperiumilfigliodeiduepadri.com.
Proprio perché, si sa, ormai si esiste, sul palco, soprattutto quando si posta. “Ciak. Si gira”.

